Quante forme di vitamina D esistono e a cosa servono?
Le vitamine sono micronutrienti essenziali per la salute: permettono la regolazione di molte reazioni che contribuiscono al normale funzionamento dell’organismo. Tra queste, un ruolo importante è riservato alla vitamina D, ma a cosa serve e cosa la differenzia dalla vitamina D3?
Integratore
Vitamina D3 IBSA
L’Integratore Vitamina D3 IBSA contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e alla salute delle ossa, permettendo il corretto assorbimento del calcio.
La funzione delle vitamine
In generale, le vitamine:
- permettono il rinnovo cellulare;
- forniscono energia;
- proteggono pelle, capelli e denti;
- prevengono alcune malattie.
Esistono due grandi gruppi di vitamine:
- le vitamine idrosolubili: non sono accumulabili dall’organismo, quindi bisogna integrarle quotidianamente con l’alimentazione. Appartengono a questa categoria tutte le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la H;
- le vitamine liposolubili, che assorbiamo insieme ai grassi contenuti negli alimenti e possiamo accumulare nel fegato. Ne fanno parte le vitamine A, E, K e la vitamina D.
Vitamina D: cos’è e a cosa serve?
La vitamina D è un pre-ormone che regola il metabolismo del calcio e del fosforo, di cui favorisce l’assorbimento a livello intestinale. Facilita inoltre la mineralizzazione delle ossa e favorisce il normale funzionamento del sistema immunitario.
Conosciuta anche come “la vitamina del sole”, la maggior parte del fabbisogno di vitamina D viene sintetizzato dall’organismo tramite l’esposizione ai raggi solari, attraverso la sintesi a livello cutaneo. L’apporto alimentare, invece, ne garantisce solo il 10-15%.
Quante forme di vitamina D esistono?
La vitamina D è composta da 5 diverse vitamine:
- la vitamina D1;
- la vitamina D2 ( o ergocalciferolo);
- la vitamina D3 (colecalciferolo), che deriva dal colesterolo;
- la vitamina D4;
- la vitamina D5.
Ma le più importanti sono:
- la vitamina D2, che si trova naturalmente in alcuni alimenti vegetali ed è assunta con il cibo;
- la vitamina D3, che si trova in alcuni alimenti di origine vegetale come il merluzzo, il salmone o i tuorli l’uovo ed è sintetizzata dall’organismo.
Cosa differenzia vitamina D2 e vitamina D3?
La vitamina D2 e la vitamina D3, pur facendo parte del gruppo delle vitamine di tipo D, presentano delle differenze, in primis nella loro struttura chimica: queste differenze strutturali possono influenzare la forma in cui le due vitamine sono utilizzate dal nostro corpo.
In secondo luogo, la differenza sta nella fonte di provenienza:
- la vitamina D2 (ergocalciferolo) si trova naturalmente in alimenti vegetali come le piante e i funghi;
- la vitamina D3 (colecalciferolo), si trova negli alimenti di origine animale come il merluzzo, il salmone, il fegato, i tuorli dell’uovo, il burro. Inoltre, la sua sintesi avviene dall’esposizione alla luce solare.
Ed è proprio in quest’ultimo punto che emerge la differenza principale tra le due: al contrario della vitamina D2, la vitamina D3 può essere assunta e sintetizzata dal nostro organismo soprattutto grazie ai raggi UVB della luce solare tramite sintesi cutanea. Quando avviene l’esposizione ai raggi solari, il precursore presente nella pelle (pro-vitamina D3), tramite una serie di reazioni, viene trasformato in vitamina D3, che verrà poi riassorbita dai reni e dal fegato.
Possiamo dire che:
- il 90% di vitamina D3 viene prodotta dalla pelle tramite i raggi UV solari;
- il restante 10% di vitamina D3 è invece integrato con l’alimentazione.
Vitamina D e alimentazione
Troviamo la vitamina D:
- nei pesci, come tonno, salmone, aringa, anguilla, carpa, sgombro e pesce gatto;
- nei molluschi, come le vongole;
- nei crostacei, come i gamberi;
- nell’olio di fegato di merluzzo;
- nel fegato;
- nei formaggi e nel burro;
- nel tuorlo dell’uovo;
- nei funghi.
A differenze di quanto comunemente in molti pensino, il latte non è tra le principali fonti di vitamina D. Grazie alla stabilità di questa molecola, è possibile cuocere i cibi che la contengono senza correre eccessivamente il rischio che si disperda e perda la sua efficacia.
Carenza di vitamina D: i rischi
Una carenza cronica di vitamina D può comportare:
- riduzione nel sangue di fosforo e calcio;
- indebolimento della struttura di ossa e denti;
- rischio di fratture;
- debolezza scheletrica;
Ne sono più colpiti i Paesi in via di sviluppo, a differenza dei paesi industrializzati in cui le due patologie si manifestano come casi isolati e con forme più lievi.
Integratori di vitamina D
Gli integratori di vitamina D possono aiutare in determinate situazioni in cui è difficile sintetizzare quantità adeguate di vitamina D attraverso l’esposizione al sole o assumerle tramite l’alimentazione. Gli integratori di vitamine sono raccomandati in caso di carenza, su consiglio del medico o del farmacista. È importante consultare sempre un professionista della salute prima di iniziare l’assunzione, sia perché può darvi indicazione del dosaggio corretto sia perché saprà valutare possibili interazioni con un’eventuale terapia in corso.